Diario del tirocinante #3

In effetti è erroneo chiamare così questo articolo, perché ciò che leggerete sono righe di alcuni capi che oramai hanno finito da qualche mese il loro tirocinio ma che ci tenevano a raccontare la loro esperienza, il loro primo anno da capi educatori.

Perciò questo articolo sarà:

Il Diario dell’ex Tirocinante!

Ruggero Valenza, adesso aiuto capo reparto, ci racconta…

Quest’anno di tirocinio appena trascorso per me è stato un anno di scoperte ma anche riscoperte. Ho iniziato a capire cosa vuol dire essere un capo e ho ri-assaporato quel sapore di avventura che mi mancava da un po’. Ho conosciuto nuove persone e mi sono avvicinato di più ad altre che già conoscevo. Ho scoperto un luogo che mi fa stare bene, che mi fa evadere da una quotidianità a volte un po’ pesante. Quest’anno è stato uno slancio per iniziare ora a mettermi in gioco veramente.

 

Baden Powell ci diceva che “Lo scoutismo è un gioco pieno di allegria”, ed è questo lo spirito con il quale Martina Molara, aiuto capo branco, ha vissuto il suo anno di tirocinio

Se dovessi riassumere in una parola il mio anno di tirocinio appena concluso direi proprio che “leggerezza” sarebbe quella giusta. Sebbene all’inizio mi sentissi un po’ frenata grazie all’aiuto dello staff e della Comunità Capi ho imparato piano piano a capire e giocare il mio ruolo. Ho percepito un sentimento di fiducia da parte dei miei piccoli educandi, tanto da aprirsi completamente con me, vedendomi come una sorella maggiore alla quale confidare tutto senza paura di essere rimproverati o giudicati.

Anna Laura Buttaci, adesso capo fuoco, ci racconta…

tirocìnio – Periodo di addestramento pratico (e l’addestramento stesso) all’esercizio di un mestiere, di una professione, di un’arte, di un’attività in genere, che viene compiuto da un principiante, da un allievo, o anche da persona già qualificata e fornita della necessaria preparazione teorica, o del prescritto titolo di studio, sotto la guida di persona esperta e nel luogo dove tale attività viene svolta regolarmente

Il percorso di tirocinio inizia col botto, letteralmente in corsa, dopo neanche un anno di meritata pausa preceduta da 12 anni di scoutismo no stop tutti i sabati/domeniche /eventi infrasettimanali vari. Fatta la scelta della partenza, forse in ritardo rispetto alla tabella di marcia dei miei capi clan, forse nel momento sbagliato per il mondo intero (pur di ritardarla il più possibile è scoppiata una pandemia), mi ritiro a vita privata, giusto per il tempo necessario a far arrivare il periodo della “caccia al logista” pre-campi estivi. Ho pregato molto il Buon Dio di indicarmi quale fosse la strada giusta da percorrere, letteralmente e praticamente: andare a comporre l’altro lato del quadrato è davvero ciò che fa per me oppure nel ruolo di dispensatore di acqua dai bidoni sto sufficientemente a mio agio? Mi riprendo da questo periodo di stasi globale, rispondo nuovamente il mio “Eccomi” e vengo catapultata, di nuovo ma come se fosse per la prima volta (data la diversa prospettiva) in un mondo fatto di squadriglie, tende, treppiedi e sentiero. E, contemporaneamente, in un nuovo e complesso microcosmo composto da sigle più o meno buffe e comprensibili, programmazione, formazione, comunicazione (e altre cose che finiscono in -zione), convoche dall’altro lato della regione, incarichi per nomina, incarichi per elezione, vita di branca, vita di zona, vita di branca in zona (di zona in branca?). L’anno appena trascorso di tirocinio è stata una delle esperienze più pregnanti ma, paradossalmente, meno “impegnative” della mia vita: è stato tutto fondamentalmente “allo scendere” e non perché non ci abbia “messo impegno” (quello c’era eccome), ma perché ho trovato uno Staff coeso e solidale, capace di dividersi agevolmente il lavoro, attento alle necessità dei tirocinanti e concretamente interessato alla progressione dei ragazzi tutti. Ho trovato una CoCa disposta ad ascoltare i bisogni del gruppo e ad interrogarsi sulle sue capacità e potenzialità. Ho trovato una Zona che ci sta provando a farsi portavoce di tutti i membri. E poi ho trovato i ragazzi, dai quali ho ricevuto molto e spero di aver dato e trasmesso altrettanto.

Concludo il mio anno di tirocinio salutando la Branca E/G e facendo tesoro di quanto ho imparato e appreso: sono pronta ad intraprendere il nuovo percorso che mi aspetta, la strada non ancora battuta, fiduciosa delle mie potenzialità e certa di avere Qualcuno dall’alto che mi guida <3

Articolo a cura di:

Ruggero Valenza – Capo del Palermo 4

Martina Molara – Capo del Palermo 4

Anna Laura Buttaci – Capo del Palermo 16

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