San Giorgio 2017 – Zona Conca d’Oro: lo sguardo del Capo

[vc_row][vc_column][vc_column_text]La figura di San Giorgio è sempre stata molto interessante per me. Lo è stata quando ero un esploratore, lo è oggi come capo in E/G. Innanzitutto per il mistero che circonda tale figura: al di là del poco che si sa su di lui, è assolutamente certo il suo valore storico, morale e, soprattutto, cristiano. Nonostante da esploratore sapessi solamente che Giorgio è stato un martire vissuto nel III secolo d.C in medio oriente e che ha combattuto un “drago”, idealizzazione del male, egli è stato un punto di riferimento certo nel mio cammino.
Nell’occasione del San Giorgio 2017, come mai prima, mi sono sentito più vicino a lui. Doverlo interpretare, dargli voce affinché arrivasse la sua importanza ed il suo esempio alle 60 squadriglie presenti, mi ha spinto a riflettere ancora una volta su cosa la sua figura di protettore degli esploratori e delle guide richieda davvero: sacrificio, lealtà, gioia nel riconoscere il proprio valore per metterlo a servizio degli altri.
Quest’ultimo è forse il punto cruciale in un evento come questo. Ed il rischio più grande è che venga sommesso di fronte alla competitività fine a se stessa. Voler dimostrare qualcosa a se e agli altri è una spinta naturale che può dare energia, ma che dev’essere incanalata bene o tante occasioni possono andare perdute, prima fra tutte quella di crescere ed imparare nuove cose, diventare sempre più competenti. E’ su questa riflessione che i capi della branca E/G della Zona Conca d’Oro, da diversi anni ormai, hanno ideato un format dell’evento “San Giorgio” capace di divenire, prima di ogni altra cosa, occasione di crescita, di collaborazione, di fratellanza, di acquisizione di nuove competenze, senza far mancare l’elemento della “sana competizione”, come ingrediente secondario però a tutto il resto. “Tutto col gioco, niente per gioco” diceva il nostro caro B.P.. Ecco, l’occasione del San Giorgio porta per noi proprio questo significato. Il divenire competenti per rispondere seriamente all’Estote Parati, attraverso il gioco della sfida, prima di tutto con se stessi, nel superare i propri limiti, e poi con gli altri. E’ per questo che ogni base che la squadriglia deve affrontare, prevede la possibilità di servirsi prima di una “bottega”, in cui i capi spiegano la tecnica ed attuano così il famoso “Trapasso nozioni”. Non un esame, ma un’occasione di crescita. Questo vuole essere per noi capi il San Giorgio.
Nei momenti di apparizione del personaggio, ai fuochi serali ed alla cerimonia conclusiva, ho cercato di trasmettere il messaggio di Giorgio, l’importanza dell’essere competenti per mettersi al servizio degli altri nel modo più proficuo, il coraggio di spendersi e di dimostrare il proprio valore, l’Estote Parati nel suo significato più vero.
E se ai ragazzi, da questa avventura, è giunto anche solo un millesimo di tutto ciò… allora è filato tutto liscio!

Andrea Guadagni – Capo in Reparto Pa 4
Redazione Zona Conca d’Oro

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