Per Marco e con Marco…

Non ci sono parole adeguate per descrivere tutto questo, ma proviamo tutti insieme a pensare a Marco e come lo abbiamo conosciuto e come possiamo riempire la nostra vita oggi con quello che ci sta lasciando.

Descrivere Marco non è per niente difficile, anche chi lo conosce appena, può dire un bel po’ di cose su di lui.

Un ragazzo umile, sempre pronto a mettersi a disposizione per tutti, amici, parenti, conoscenti e gente completamente estranea…anche quando la lagnusia lo avvolgeva totalmente!

Marco ha una capacità di relazionarsi con l’altro unica, una allegria esplosiva, una risata travolgente, un modo di fare semplice…armi letali contro i nemici della cuntitizza.

Lui è il membro numero uno del club dell’allegria, potremmo dire socio fondatore, capace di trasformare qualsiasi momento serio e triste in una bolgia da discoteca, in una manifestazione da piazza.

Ama le parrucche, soprattutto quelle più strane. Con un sacchetto di plastica, dei vestiti improponibili e oggetti presi a caso, si trasforma in un capo ultrà, un sobillatore di folle, che con due parole rigenera tutti coloro che lo circondano in gente allegra e spensierata. In questo momento avrà già organizzato qualche trenino con lui capo fila e dietro tutti i santi, e avrà anche fatto partecipare Sant’Espedito, di cui ogni volta si domandava il perché di questo nome così strano.

Conosciuto ai più come Orso, per noi scout Orso Giocoso, dell’orso ha solo la mole, inversamente proporzionale alla sua grazia nei movimenti sinuosi e nel suo fiancheggiare solo quando balla.

Normalmente infatti è maldestro come pochi, sia fisicamente che a parole, dissacrante anche nei momenti più seri e tristi… oggi avrebbe sicuramente fatto qualche battuta e qualche gaffe da incorniciare.

Strafalario e all’apparenza menefreghista è capace di strapparti sempre un sorriso, anche quando c’è da buffiarlo.

Straripante in tutto, anche nelle cose che a volte dice senza filtro, male fiure a non finire, inopportuno e ingenuo in alcune sue affermazioni, il suo intento è sempre per il bene ma a volte la scafazza alla grande…riuscendo sempre però a cavarsela con quella sua risata contagiosa.

Sin da bambino era un gigante gioioso e pieno di vita, sempre disordinato, agli scout metteva i vestiti sporchi insieme a quelli puliti nello zaino, e poi ogni giorno al momento di vestirsi si confondeva e si rimetteva quelli sporchi, ma la sua simpatia che faceva ridere tutti lo salvava sempre da qualsiasi rimprovero più duro.

Un moto perpetuo, non sta mai fermo, fa sempre smorfie, occhiolini, facce buffe, si muove sempre anche da fermo, molleggia sulle gambe, ha un ritmo dentro unico, che ha esternato anche cominciando a suonare il bongo, il suo amato bongo.

Marco ha uno swing unico, da vero golfista, con un colpo solo e ben assestato riesce ad arrivare al cuore delle persone, tutti si sentono di conoscerlo da una vita, ti mette a tuo agio, con spontaneità e sincerità entri in una vera relazione con lui. Non ci sono persone che parlano male di lui o che hanno un’opinione diversa da quella di identificarlo univocamente come un ragazzone buono, spensierato e simpatico…impossibile non volergli bene!

Un vero campione o Bomberone come si diverte a farsi chiamare, ma Marco non è solo questo. Ha sviluppato una spiritualità e attenzione al prossimo che lo ha portato sempre più ad affidarsi e fidarsi di quel Dio con cui in questo momento starà scherzando, sperando che non gli faccia quella domanda sulla Madonna che una volta mi disse, ma purtroppo penso lo abbia già fatto…Sicuramente saranno scoppiati tutti a ridere lassù…tranne san Giuseppe.

Marco ci hai fatto capire che bisogna vivere OGNI MOMENTO..RIDERE OGNI GIORNO..AMARE OLTRE LE PAROLE…!!!!
Una delle prime cose che gli chiesi appena entrato in noviziato era quale fosse il suo motto: mi rispose “CARPE DIEM”, lui che di latino ne “masticava”…probabilmente a 16 anni per lui era solo un motto che ti piaceva, come la maglietta del Chè che portava sempre. Invece Marco è stato coerente e di questo motto ne ha fatto il capolavoro che è la sua vita. Questi 24 anni, che sembrano pochi, ma che lui ha saputo riempire come ogni cosa che faceva e ogni luogo che frequentava.

Negli aforismi è racchiusa tutta la fugacità del tempo, dovremmo prendere esempio da questi: cogliere l’essenza del momento ed immortalarla. Presi dai rimpianti del passato e dalle ansie per il futuro, non ci accorgiamo che la sabbia nella clessidra continua a scendere silenziosa. Le domande, i dubbi e lo stress costanti ci impediscono di farci vivere il qui ed ora, ma basta fermarsi per un attimo ed ecco che ci accorgiamo di essere vivi. Alzarsi ogni giorno dal letto è un’abitudine talmente radicata in noi che non ci facciamo più caso, la diamo per scontata ed andiamo avanti così per anni. Poi magari un impulso, un clic dentro di noi scatta ed allora realizziamo di aver perso tempo: è questo il momento da cogliere, lo spartiacque per una nuova vita, il cambiamento che non si credeva di poter vivere. Un breve istante ha portato alla rivelazione più importante di tutte: niente è per sempre, bisogna vivere ogni momento con totale abnegazione, senza aspettare che il futuro arrivi…siamo certi che anche di questo motto ESTOTE PARATI ne hai fatto tesoro e ti è servirà per questo viaggio intrapreso.

Il tuo sorriso e la tua allegria dirompente non ci abbandoneranno mai, un tesoro che custodiremo sempre.  Te lo promettiamo, noi tutti saremo delle persone più felici e allegre che sapranno affrontare la vita con più leggerezza, quella leggerezza che ti contraddistingue…dentro ognuno di noi ci sarà sempre una parte di te.

Oggi tutti noi dobbiamo essere sorridenti, felici per quanto possibile, più forti; poiché per quanto umanamente incomprensibile questo evento che ci ha travolto, sappiamo che cristianamente oggi il nostro è solo un arrivederci, non sappiamo quanto lungo, ma sicuramente non un addio.

Sei stato un Amico e un fratello per tutti, ne è la testimonianza oggi questa chiesa stracolma di affetto per te.

Concludiamo con questa poesia che Marco ha scelto per la sua cerimonia della Partenza, quando si apprestava a percorrere, ieri come oggi, una strada verso la conoscenza della pienezza e unicità della vita:

“Quello che senti nel vento è una musica 

che racconta di un ragazzo innamorato 

libero di salutare e sussurrare ai sogni, 

quello che vedi su questo legno nella tempesta 

è solo un sogno che ha navigato con me 

per tutti i mari del mondo; 

un ponte sicuro su acque agitate 

una luna piena a cui ululare, 

quello che vedi in queste scarpe logore 

è solo un sogno che camminato con me 

su tutti i sentieri nel mondo; 

un temporale estivo 

un diamante nelle suole delle scarpe 

un tuffo in fondo al mare 

un fiore di primavera 

una serenata al lume di candela; 

quello che tiro fuori dal fondo della mia tasca lacera 

è un soldo di sabbia e vento 

che serve solo a comperare un sogno, 

null’altro serve per il cammino del pellegrino; 

un passo alla volta 

una stretta di mano 

un calcio ad un pallone un tozzo di pane 

un sorriso sereno 

una giornata di pioggia 

una passeggiata al sole 

null’altro serve per il cammino del pellegrino; 

un sorso d’acqua ed un ultimo pezzo di pane 

da condividere con buoni compagni di viaggio 

in una eterna notte d’estate”

Buon viaggio Marco e buon cammino ovunque tu vada, un giorno ci incontreremo sicuramente lungo questa strada, che le stelle ti guidino sempre, proteggici da lassù e continua a regalarci i sorrisi e quegli abbracci che solo tu sapevi donarci.

Ti vogliamo bene.

Marco avrebbe concluso, vedendoci tutti così inspiegabilmente tristi, con la sua solita battuta dissacrante… “Fativilla una risata”!

 

Gruppo Scout A.G.E.S.C.I. PALERMO 11

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